La scoperta del CBD, il principio attivo “buono” della marijuana

Le ultime regole relative alla commercializzazione del cannabidiolo o CBD si presentano come una vera conquista della società, quasi come a rendere giustizia a un composto naturale capace di apportare all’uomo ben più di un beneficio, contrariamente a quanto si possa pensare se non si approfondisce questo interessante argomento.

Il cannabidiolo è infatti uno dei principi attivi della marijuana o canapa sativa, volgarmente detta cannabis, e consiste in una sostanza in grado di rilassare i muscoli, di disinfiammare i tendini e di combattere l’insonnia, solo per fare un rapido esempio. Non a caso, fin dall’antichità la marijuana veniva impiegata per svariati obiettivi, anche di carattere medicale, oltre che per la produzione di tessuti, come fecero i fenici quando la usarono per intrecciare le vele delle loro navi. A tal proposito, è doveroso leggere il seguente articolo che racconta sulla scoperta della marijuana, sulla sua continua evoluzione, dai primi utilizzi fino alla creazione di prodotti a base di CBD.

Ma se in passato la canapa sativa era per certi versi così preziosa e apprezzata per le sue proprietà, com’è stato possibile trovarsi di fronte a una così rapida demonizzazione di questa pianta durante la fine del secolo scorso? Certamente sono stati fatti degli studi che hanno convinto gli scienziati sul potere psicotropico e sulla capacità di assuefazione che possiede la marijuana; del resto, oramai conosciamo gli effetti dannosi delle stesse sigarette al tabacco, indubbiamente cancerogene senza eccezioni. Eppure, la marijuana si differenzia non poco sia dal tabacco che da altre sostanze stupefacenti, in quanto il cannabidiolo presente al suo interno ha diverse proprietà benefiche, riconosciute peraltro dalla stessa Comunità Scientifica, tutt’ora interessata alla cannabis per utilizzarla in svariati ambiti, anche farmaceutici. Questo fatto, apparentemente contradditorio e per certi versi sorprendente, è dovuto alla presenza all’interno della pianta di due principi attivi che sono complementari, nel senso che uno controlla gli effetti negativi dell’altro, o viceversa; dipende dai quantitativi impiegati e dai metodi di lavorazione.

Parliamo proprio del cannabidiolo, o CBD, e del THC; quest’ultimo è il principio attivo che trasforma la cannabis in uno stupefacente, proprio perché ha gli effetti tipici di una sostanza psicotropica. In pratica, il CBD è il principio attivo che inibisce il THC e rende la marijuana una sostanza dal potere lenitivo e curativo.

La marijuana e la normativa europea

La normativa europea attuale sulla commercializzazione della cannabis nasce proprio dai presupposti sopra descritti, in quanto tale legislazione precisa quanto segue:

– non è possibile impedire la vendita del cannabidiolo o della cannabis light in un paese membro dell’Unione Europea quando il prodotto stesso è stato coltivato e lavorato in un altro paese membro, a condizione che la sostanza derivi dall’utilizzo dall’intera pianta di canapa sativa piuttosto che dalle sue fibre o i suoi semi separatamente.

Il presupposto che il CBD venga coltivato all’interno dell’Unione Europea sottolinea la ricerca dell’assoluta sicurezza, in quanto solo operando in tal modo è possibile certificare la canapa sativa come una pianta curativa, attraverso un processo controllato e l’emissione di apposita documentazione. Per quanto riguarda la necessità di utilizzare l’intera pianta, si rende evidente l’importanza del cannabidiolo, pressoché assente nei semi e nelle fibre, con il suo potere inibitore nei confornti del THC. In pratica, la produzione di cannabis light comporta l’impiego del CBD e una concentrazione minima di THC, fissata ragionevolmente allo 0,2% dallo stesso governo italiano con la recente Legge di Bilancio redatta a Gennaio del 2020.

I numerosi pregi del CBD

Il cannabidiolo non ha solo una funzione inibitoria nei confronti del THC, ma è una sostanza capace di stupire per le sue singolari proprietà; per esempio, gli oli di CBD possono essere impiegati nei massaggi e contribuire attivamente a lenire i dolori articolari, le contrazioni muscolari e le infiammazioni tendinee. Inoltre, in commercio esistono prodotti a base di cannabidiolo capaci di rilassare il sistema nervoso, al punto da combattere l’insonnia e favorire il riposo, un aspetto fondamentale per migliorare la qualità della vita di qualunque individuo. Tutti questi aspetti non sono dati al caso, ma sono tutt’ora al vaglio della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha compreso l’importanza della cannabis light sia a scopo curativo che farmaceutico; a tal proposito è doveroso puntualizzare che in quest’ultimo caso, il livello di THC può essere elevato fino a una percentuale pari allo 0,2%, purché le sostanze siano manipolate da esperti del settore per la fabbricazione di medicinali.

Questo aspetto non ha nulla a che vedere con la cannabis light, ma non fa che sottolineare ulteriormente qual è il reale potenziale della marijuana in molteplici campi d’impiego, come hanno tramandato numerosi popoli dell’antichità, dai Greci ai Romani, passando per i popoli orientali e nordamericani.

Dove acquistare i migliori prodotti a base di CBD

Considerando la normativa e i rischi a essa correlati, diventa doveroso rivolgersi a un venditore esperto; il sito Justbob.it è senza dubbio un punto di riferimento per quanto riguarda la commercializzazione del cannabidiolo e suoi derivati. Il portale, la cui navigazione è semplice e intuitiva, propone numerose qualità di cannabis e fornisce per ogni prodotto una precisa descrizione del sapore e del suo campo d’impiego, allegando inoltre una regolare certificazione consultabile direttamente online.

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